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Villacidro Skyrace – il mio racconto

Villacidro Skyrace – il mio racconto

Il 24 aprile 2022, si è tenuta, sulle montagne di Villacidro la Villacidro Skyrace 2022, organizzata dalla ASD Margiani Team: 21,8 Km di percorso con 1915 metri di dislivello positivo.

Partenza alle 9:00 del mattino, 109 partecipanti, in perfetto orario, dalla via Dessì (Parco Comunale) di Villacidro. Già dai primi metri la corsa ha regalato le prime salite con le gradinate di alcune vie cittadine. Il percorso ha proposto lungo tutto il tragitto scorci di una bellezza emozionante, complice le favorevolissime condizioni meteorologiche (un po’ di vento solo sulle creste più alte).

Estremamente tecnico, ricco – ricchissimo! – di salite, il sentiero di gara si è articolato attraverso i boschi – e le pietraie – di Cuccureddu (500 m), Cuccuru Frissa (897 m), Cuccuru Genna Figus (926 m), Punta Santu Miali (1061 m), Genna Pirastu (702 m), Genna S’Uvara (695 m), Cuccuru su Cuadroxiu (893 m), Monte Margiani (859 m), per scendere lungo il riu Canali Pruna (e costeggiare il riu Coxinas) e raggiungere Genna de Frocciddadas (ca. 500 m), Monti Omu (605 m), s’Enna de is Forrus (721 m) e cominciare la lunga – e dolorosa… – discesa verso il traguardo, sempre in via Dessì, al Parco Comunale.

Il percorso è stato caratterizzato dalla quasi assenza di tratti pianeggianti. Personalmente, ho affrontato tutte le salite camminando (non avevo mai affrontato una skyrace) che sono diventati momenti di introspezione nei quali abbracciare la sofferenza fisica – una fatica vera e pura.

I passaggi più emozionanti sono stati i tratti di corsa in cresta. L’entusiasmo è stato condiviso con tutti i compagni di gara e con la partecipazione di tutti i volontari incontrati lungo il percorso.

La corsa attraverso la natura, anche su percorsi così impegnativi, senza l’ansia da orologio, regala momenti di relax: spesso si è obbligati a camminare, in un contesto con il quale non è difficile trovare modo di “fondersi”.

Se la corsa in salita comporta uno stato quasi “meditativo”, in cui si perde la coscienza di se stessi e ci si percepisce come un elemento fuso con il paesaggio (la si potrebbe chiamare la poetica del “cinghiale”), la corsa in discesa, per contro, ci riporta indietro all’età infantile e ci permette di concederci una libertà che non abbiamo più sperimentato dall’età scolare.

All’arrivo siamo in 102, io non molto lontano dall’ultimo.

Ma l’autostima che si ottiene alla fine della gara è veramente elevata ed è utile per affrontare, con una prospettiva differente, i problemi di tutti i giorni. Abbiamo sperimentato i nostri limiti, li abbiamo spostati, siamo usciti dalla nostra zona di confort.

La corsa ci aiuta a diventare più forti e resistenti, non solo fisicamente.

 

Autore: Alberto Tatti il 04/05/2022

Video "Villacidro Skyrace 2022"

 

I miei compagni di avventura

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